Pomodori al riso alla romana

INGREDIENTI
PREPARAZIONE DELLA RICETTA
Lavo e asciugo i pomodori e taglio a ognuno una calotta, che servirà poi per chiuderli, facendo attenzione a lasciare ogni “coperchio” accanto al suo contenitore. Aiutandomi con un cucchiaino e un coltellino, svuoto completamente i pomodori lasciando intatte le pareti e verso via via il contenuto in una ciotola.
Preparo un trito finissimo con una manciatina di prezzemolo, 7-8 foglie di basilico e lo raccolgo in una terrina con lo spicchio d’aglio grattugiato, il riso e il contenuto dei pomodori passato al passaverdure. Unisco 2 cucchiai d’olio, un cucchiaino da caffè di sale e una generosa macinata di pepe e mescolo bene.
Salo leggermente l’interno dei pomodori e distribuisco il composto di riso, poi copro ogni pomodoro con il proprio coperchio e li pennello leggermente d’olio. Sbuccio le patate e le taglio a spicchi, poi le sciacquo, le asciugo e le verso in una ciotola. Le condisco con due cucchiai d’olio e una spolverata di sale e le mescolo con le mani per distribuire il condimento.
Accomodo i pomodori in una teglia ampia e riempio gli spazi vuoti con le patate. Passo la teglia nel forno precedentemente scaldato a 180° e li faccio cuocere per un’ora. Li servo tiepidi o freddi nello stesso recipiente di cottura.
Per saperne di più
Fai così
Anche se vi venisse la tentazione, non cercate di mettere più riso all’interno dei pomodori. Durante la cottura infatti il riso assorbe l’umidità sia del passato che dei pomodori e aumenta molto in volume, con la conseguenza che se i pomodori sono troppo pieni si spaccano. Per questa ragione non è possibile dare il peso esatto del riso che va adeguato alla dimensione dei pomodori.
Il vino giusto da abbinare
Piatti a base di verdure
Gli sformati e più in generale le preparazioni più ricche e complesse, in cui alle verdure vengono affiancati altri ingredienti (pangrattato, formaggi, uova, insaccati) e magari grassi quali burro e olio, chiamano rossi di buona struttura, purché giovani e non troppo tannici: Morellino di Scansano, Santa Maddalena, Monica di Sardegna. Le ricette che prevedono l’aggiunta di aceto e anche zucchero, come la caponata, si sposano meglio a bianchi tenuemente zuccherini, quali in primo luogo quelli da vendemmia tardiva (Verdicchio, Soave); ma è da provare anche l’abbinamento con vini ossidativi come la Vernaccia di Oristano.
(L'indicazione dei vini in abbinamento è per forza di cose generica e privilegia tipologie di facile reperibilità in tutta Italia. Ciò non toglie che per molte ricette tipiche la scelta di vini della stessa regione sia non solo possibile ma addirittura molto raccomandabile.)